Riproduzione agamica delle piante

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Alcune piante presenti nel nostro territorio (come quercia, nocciolo, pioppi, salici, castagno e robinia) sfruttano una particolare caratteristica, chiamata capacità pollonifera, al fine della riproduzione.

Dopo il taglio delle piante (ceduazione), le ceppaie (ceppo e apparato radicale, che rimangono vive nel terreno) sono in grado di ricostituire il soprassuolo arboreo (ovvero tutto ciò che sta sopra al suolo, quindi fusto, rami e foglie) grazie all’emissione di polloni (fusti sostitutivi).

Questi polloni possono essere di diversi tipi a seconda del tessuto che li genera.

Dalla figura qui sotto si possono vedere infatti:

a) polloni provventizi: originati da gemme dormienti (gemme provventizie generano i veri polloni, gemme avventizie provenienti dal callo cicatriziale dovuto al taglio, generano i falsi polloni), ben collegati ai tessuti legnosi della ceppaia che generalmente compaiono in diverse parti di questa, anche in prossimità del suolo. Possono anche sviluppare un apparato radicale proprio e rendersi autonomi (“affrancarsi”) dalla ceppaia da cui hanno avuto origine.

b) polloni avventizi: originati da gemme che si formano nel tessuto meristematico(1) in corrispondenza del taglio. Questo fatto rende debole il loro collegamento con la ceppaia (nei primi anni di vita), e quindi facilmente staccabili da vento, passaggio di animali ecc.

c) polloni radicali: prodotti appunto dalle radici, sono molto numerosi in alcune specie come robinia o pioppo tremulo, ma compaiono anche in altre specie (ciliegio, olmo, pioppo nero ed altre anche arbustive). L’emissione di questi polloni è facilitata dalla presenza di un apparato radicale sviluppato in superficie, che viene stimolato dal riscaldamento del suolo in primavera, è generalmente attivata da traumi e quindi dalla ceduazione.

La riproduzione così effettuata viene chiamata agamica, in quanto le piantine generate dalla ceppaia possiedono lo stesso corredo genetico della pianta madre da cui sono generati.

La capacità pollonifera è generalmente legata all’età della ceppaia (e quindi della pianta madre), che dopo un certo numero di anni perde questa caratteristica.

Per questo motivo nella coltivazione governata a ceduo, al fine di rinnovare la ceppaia vengono lasciate delle piante chiamate matricine, che hanno il compito di produrre seme (attraverso quindi la riproduzione gamica) in modo da generare nuove piante che costituiranno la giovane ceppaia.

 

In questa figura si possono vedere delle plantule di quercia di origine agamica.

In questo caso il processo potrebbe risultare un po’ diverso in quanto è possibile che la pianta madre fosse nata da seme, ma essendo ancora in fase di plantula (quindi alta forse qualche decina di centimetri), sia stata tagliata con lo sfalcio dell’erba, producendo l’anno successivo dalla parte ipogea della pianta (radici) un nuovo individuo di origine agamica.

 


(1) Tessuto meristematico, distinguibile a seconda dei meristemi primari e secondari.
Primari: localizzati all’apice di fusti e radici di tutte le piante, ne provocano l’allungamento e quindi l’accrescimento in altezza e profondità (accrescimento primario)
Secondari: localizzati nelle parti legnose delle piante (fusti e radici) quindi delle Gimnosperme e nelle Dicotiledoni legnose. Sono identificati da cambio cribrovascolare e cambio subero-fellodermico. Il primo produce i tessuti di conduzione, legno e libro, indispensabili per la crescita della pianta ed è responsabile dell’aumento in spessore (accrescimento secondario) di fusti e radici. Il secondo produce il sughero, tessuto di protezione che si sostituisce all’epidermide.

9 risposte

  1. Paolo

    Salve, come posso sfruttare i polloni per isolarli dalla pianta madre ed ottenere un nuovo alberello?
    Ho diversi pioppi nel mio quartiere che hanno polloni radicali molto folti e vorrei attrezzarmi x propagarli.
    Quale periodo è indicato, tecnicamente come approcciare?
    Grazie.

    • Alessandro

      Buongiorno Paolo, la primavera è sicuramente il periodo migliore.
      Ti conviene scegliere il pollone che abbia già una radice sviluppata(se parte da terra) se invece intendi utilizzare quelli che partono direttamente dal fusto o da sue cicatrici , dovrai fare una margotta.

      In quest’ultimo caso devi rimuovere un pó di corteccia dal pollone e ricoprire questa parte con del materiale umido che permetta alla pianta di emettere radici (terriccio, substrato ecc) una volta che queste si sono sviluppate tagli il ramo e lo interri in un vaso via via più grande fino ad arrivare al trapianto vero e proprio

      Saluti

      Alessandro

  2. Alberto

    Grazie per queste informazioni molto utili.
    Vorrei agire come Paolo del commento del 28 settembre, per sfruttare i polloni radicali nel mio quartiere che vengono falcidiati ad ogni sfalciatura del prato. Dal momento che sono ricresciuti e sono ben distanti dalla pianta di pioppo madre, avrei pensato tantomeno di preservarli mettendo intorno a loro una recinzione cilindrica di m. 1 di diametro fatta di rete in plastica tipo quella arancione da cantiere di cui ho disponibilità. Cos’altro fare poi per lasciarli crescere spontaneamente o operare qualche ulteriore intervento dal momento che sembrano più delle siepi senza un tronco principale?
    Grazie in anticipo per l’attenzione che vorrete concedermi.

    • Alessandro

      Buongiorno Alberto e scusa il ritardo nella risposta.
      Ti consiglierei di pacciamarli con paglia o altro materiale (coppa ti o simili) organico possibilmente e successivamente fare una selezione dei fusti a seconda di quanti ne vuoi tenere

      Saluti

  3. Ruggero

    Buonasera a tutti volevo fare una domanda….
    Ho un piccolo bosco dove mio padre un tempo tagliava legna da ardere comprese le querce, ma non ho mai visto nessuna di queste querce tagliate tirar fuori i polloni….
    Al contrario qualche anno fa ho assistito al taglio di una quercia secolare che ha continuato a tirar fuori nuovi rami per un sacco di tempo…..c’è un periodo dell’anno per tagliare le querce in modo da avere una rigenerazione spontanea oppure da cosa dipende?

    • Alessandro

      Buongiorno Ruggero e scusa il ritardo nella risposta.
      È una capacità intrinseca di ciascuna specie, è quasi esclusivamente delle latifoglie; alcune piante come pioppi, acacie e querce per l’appunto hanno questa caratteristica di emettere fusti secondari dal tronco in conseguenza ai tagli, oppure dalle radici

      Saluti

  4. Matteo

    Volendo rinnovare una pianta di ulivo ormai in decadenza, lasciando dei polloni nella cippaia, quanti ne lasciamo uno o più di uno che andrebbe a sostituire la vecchia pianta? Grazie.

    • Alessandro

      Buongiorno Matteo,
      Se la pianta di ulivo è in decadenza ti conviene andare ad acquistarne una nuova; per le seguenti ragioni:
      le piante generate dai tronchi sono in tutto e per tutto come la pianta madre, quindi condividono età e malattie.
      Diverso sarebbe se fossero delle piante nate da seme.

      Comunque, l’Ulivo in particolare modo è abbastanza sconveniente allevare i pollini, perché è una pianta a lento accrescimento, quindi prima di avere una pianta adulta passerebbe qualche lustro… oltre a incorrere nelle problematiche sopracitate

      Saluti

  5. ,Francesco ,Perri

    Buona sera ho tagliato dei polloni di circa due anni di vita di robinia solo che adesso siamo a aprile inoltrato e ancora non hanno rigettato i nuovi polloni come mai? Mi chiedo?

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